La cefalea cronica viene riconosciuta a tutti gli effetti una malattia sociale invalidante: lo stabilisce la legge definitivamente approvata dal Senato, che include così la cefalea primaria cronica tra le malattie sociali e mira a individuare metodi innovativi da sperimentare per contrastare questa condizione.
La proposta di legge era arrivata più di un anno fa alla Camera e già il testo era volto a far riconoscere la cefalea primaria cronica - che colpisce circa 7 milioni di italiani - come una patologia invalidante, dopo essere stata accertata nel paziente da un centro accreditato e da almeno un anno.
La cefalea cronica è una malattia sociale invalidante: arriva l’assegno di invalidità
Ora, a dare attuazione alla legge sarà un decreto del ministro della Salute, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, da adottare entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. Nel contempo, dovranno essere stabiliti anche i criteri e le modalità per l’attuazione dei progetti da parte delle regioni.
Il solo articolo di cui si compone la legge riconosce la cefalea cronica come malattia sociale, nelle seguenti forme:
- emicrania cronica e ad alta frequenza
- cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici
- cefalea a grappolo cronica
- emicrania parossistica cronica
- cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione
- emicrania continua
La cefalea primaria cronica dovrà essere accertata da almeno un anno nel paziente con diagnosi effettuata da uno specialista presso un centro accreditato per la diagnosi e la cura delle cefalee che ne attesti l’effetto invalidante.
Il medico dovrà quindi attestare l’effetto invalidante della malattia (influisce in maniera negativa e severa sulle attività quotidiane di chi ne soffre) che solo così potrà essere riconosciuta come malattia sociale.
Fonte: Senato